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Uno scorcio del centro storicoSi snoda con le sue vie strette e tortuose tra le case bianche, dagli usci piccoli, unite, di tanto in tanto, da esili archi, che danno all'ambiente un spettacolo pittoresco. I balconi, profumati di basilico, sono guarniti di garofani e gerani, mentre le anziane casalinghe, confabulando fra loro, sferruzzano sui gradini degli sghembi e tozzi mignali (scalinate esterne con ballatoio).
Poco distante dalla Cattedrale, fra via mons. Cimaglia e Ugo Boncompagni, è visibile la roccia, detta della "Chianca amara", su cui si vuole, per tradizione, che Draguth Rais abbia sfogato la sua sete di uccisioni. Negli stessi paraggi è la via Judeca, che testimonia l'antica presenza degli ebrei. Oggi la casbah è semidistrutta ed ha lasciato spazio ad una piazzetta aperta sullo strapiombo del mare. Di qui si scopre su una stretta striscia di promontorio il campanile della piccola chiesa di S. Pietro d'Alcantara e, sulla parte estrema, la luminosa facciata della Chiesa di S. Francesco con il suo ex monastero. Questo appartenne ai Francescani Conventuali fin dagli inizi del 1500 e fu soppresso nel 1809 durante il dominio francese da Gioacchino Murat, re di Napoli.
Scendendo per via Uria si incontra la piazzetta del Seggio, anch'esso sullo strapiombo della Ripa.
Il Seggio o Sedile di S. Giorgio (ora incorporato in un complesso alberghiero) era una bassa costruzione, a base quadrata, su cui s'aprivano due ampie arcate, ed era sormontato da una torre con orologio. Serviva ai notabili del paese come luogo di riunione e spesso il Decurionato di Vieste lo utilizzava durante la elezione del Sindaco.
Sulla facciata di un palazzo poco distante fanno spicco, in altorilievo, due leoni rampanti simmetrici ad ugual distanza da un artistico S. Michele e un balcone sostenuto da sei bellissimi gattelli, finemente lavorati, diversi l'uno dall'altro. Risalgono agli inizi del VI secolo.
Passando sotto l'arco di via mons. Arcaroli, si incontra il mastodontico palazzo con un magnifico, ma deturpato portale. Fino al 1652 era adibito a monastero dei padri Celestini. A poche decine di metri è la piazza Vittorio Emanuele II, meglio conosciuta come piazza del Fosso. In essa si svolgono le manifestazioni delle feste patronali e quelle organizzate durante l'estate dall'Azienda di Soggiorno e Turisno.
Di qui si accede al corso L. Fazzini e al Municipio e si è nel centro moderno. Altro monumento antico bisogna cercarlo su via Vespucci, nei pressi del porto, quasi nascosto agli occhi dei passanti. E' il Convento dei Cappuccini del XVII secolo, la cui fattura denota l'architettura povera dei frati di S. Francesco. All'interno giganteggia sull'altare centrale il quadro della Madonna di Costantinopoli della stessa epoca, dipinto da Giovanni Lo Preite.

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